La verità sul caso Harry Quebert, di Joel Dicker



La volete davvero sapere la verità su questo libro?
Ve la svelo in 4 parole: sono stati soldi buttati!
E' incredibile come i pareri possano essere soggettivi su qualcosa che dovrebbe avere dell'oggettivo almeno nelle basi ma...a me questo libro non è piaciuto per niente.
All'inizio pensavo di dover entrare ancora nel vivo ma poi a pagina 500 circa, 
mi sono chiesta QUANDO sarebbe arrivato questo vivo!
Che poi perché PERCHE' così lungo???
Quasi 800 pagine di cui almeno la metà inutili!
Davvero non capisco i pareri così entusiasti e positivi della critica e dei lettori verso una storia banale, raccontata in modo a mio avviso insopportabile, con un linguaggio (almeno nella traduzione) da prima elementare ed una pretenziosa quanto insulsa introduzione ai principi e ai valori della vita nonché ai consigli per diventare scrittori all'inizio di ogni nuovo capitolo. Forse è grazie a questi preziosi consigli che il libero è stato scritto in questo modo???
Senza contare il fatto che si possa aver pensato di annoverare questo libro fra i "gialli" d'autore.
Dove sono le indagini? Dopo 33 anni due sprovveduti vanno in giro a far domande e non ci capiscono un tubo fino alla fine? Un agente e uno scrittore di neanche 30 anni? Mah! 
La Signora Fletcher era molto più arguta, decisamente.
Nessuno dei personaggi è  riuscito a rimanere nei miei pensieri, neppure durante la lettura del libro e questo è molto grave. Il protagonista, Marcus, borioso e sicuro di sé fino a dare la nausea; lo stesso Quebert che non si capisce fino all'ultimo di quale problema soffra visto che non fa altro che lamentarsi ed essere depresso; Nola,  una ragazzina psicopatica che tutto fa venire in mente fuorché una donna interessante ed enigmatica di cui innamorarsi. E poi tutti i personaggi che ruotano intorno alla storia, senza anima e con dei nomi insopportabili (da Tamara Quinn allo stesso nome della cittadina Aurora, passando attraverso Roy Barnaski!), stendendo un velo pietoso sui dialoghi del protagonista con la madre dal cervello di gallina sui quali sono passata allegramente a piè pari.
Insomma una odissea che se non fosse stato per il mio ostinato bisogno di portare a termine una cosa ormai cominciata...avrei stroncato già a pagina 50.
Per fortuna il finale riscatta un po' la fatica di questo autore, 
che ci guarda sorridente e felice dalla sovracoperta: beato lui!
La parte più carina? I ringraziamenti finali!
E l'ultimo consiglio di Quebert a Marcus:
 "Un bel libro, Marcus, non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull'effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. Un bel libro, Marcus, è un libro che dispiace aver finito"
Beh tu davvero non sei riuscito nell'impresa caro Marcus ...o caro Dicker!

LA TRAMA

Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Ouebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Ouebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trentanni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.


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