Tenero,
dolce e quasi impossibile; una bella favola!
La prima parte di questo libro è coinvolgente e piacevole e ci fa subito
conoscere l’animo di questo meraviglioso bambino che è Milo facendocelo amare
anche per via della sua malattia agli occhi,
la retinite pigmentosa, che lo porterà pian piano alla completa cecità e che
per questo motivo gli permette di essere attento a ogni dettaglio e vedere
al di là dell'apparenza delle cose.
Ad aiutarlo in questo "gioco" la sua bisnonna che vive insieme a loro.
L’ amore di Milo per la sua bisnonna è
puro e incondizionato e sovrasta addirittura l’affetto per la mamma. Ma più il
racconto va avanti e più si capisce il perché della rabbia di Milo nei
confronti dei suoi genitori e la voglia di proteggere invece sua nonna.
Nella parte centrale, il libro diventa un po’ ripetitivo e lento nel succedersi
degli eventi e Milo comincia ad apparirci come un bambino dalle capacità
superiori alla sua età.
La parte finale della storia invece è abbastanza forzata, scontata e a tratti
affettata nel linguaggio e persa nei cliché di malattie e problematiche sociali.
Peccato! Si perché le intenzioni dell’autrice erano buone, la storia in sé
funzionerebbe se solo…intanto se solo non si fossero affidate al personaggio di
Milo di soli 9 anni determinate responsabilità; un bambino così piccolo che se ne
va in giro perennemente da solo a compiere indagini e a risolvere problemi più
grandi di lui , non è molto credibile. La conclusione del romanzo l’ho trovata
affrettata e si sarebbe potuto dedicare meno tempo ad alcuni capitoli centrali
un po’ inutili. E’ stato come se alla fine del libro l’autrice non ne potesse
più di scrivere e avesse messo giù le prime quattro idee che le son passate per
la mente. Ho trovato inoltre alquanto ridicole, le storie d’amore nate
all’improvviso e senza troppo senso come quelle della mamma e del siriano (e la
partenza improvvisa alla ricerca
di una sorella persa in guerra, pur essendo entrambi squattrinati e averlo ripetuto nel
libro fino allo sfinimento), quelle della nonna novantaduenne e anche quella del papà che, dopo aver
abbandonato la famiglia e aver avuto una nuova figlia (tutto nel giro di 12
mesi!!!)
all’improvviso torna a casa e si riconcilia con il mondo!
Insomma…un
libro carino ma con molte pecche
LA TRAMA
Milo ha nove anni e una missione molto speciale: prendersi cura di nonna
Lou, che insieme ad Amleto, l’animaletto di casa, è la sua inseparabile
alleata. Ogni tanto la nonna annuncia che partirà per la Grecia con il
nonno. Peccato che il nonno sia morto molti anni fa… Meglio non dirlo
alla mamma, che ha poca pazienza, l’importante è assicurarsi che Lou
prenda le pillole che le sbrogliano i pensieri. Del resto è stata
proprio lei a insegnargli che il mondo si può “vedere” anche attraverso
particolari che sfuggono alle persone comuni: i rumori, il tono della
voce o gli odori. Sì, perché Milo è affetto da una malattia che lo
renderà progressivamente cieco. E quando un giorno la nonna dà quasi
fuoco alla cucina, Milo è il primo a difenderla, ma la decisione della
mamma è irrevocabile: Lou deve andare in casa di riposo. Un posto
apparentemente perfetto, con un bel giardino, pavimenti lucidi come
specchi e un’infermiera dal sorriso stampato. Ma qualcosa non va… Come
mai la nonna dorme sempre? Perché non riconosce più nessuno? Con l’aiuto
di Tripi, il cuoco della clinica, Milo inizierà la sua personalissima
indagine. E quando si è allenati a “vedere” il mondo con tutti e cinque i
sensi, quello che si riesce a scoprire è davvero incredibile.
Una storia piena di emozione e sentimento, con protagonisti indimenticabili.
Una storia piena di emozione e sentimento, con protagonisti indimenticabili.
Il piccolo Milo conquisterà il cuore di migliaia di lettori.
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